Il cavaliere con gli stivali azzurri by de Castro Rosalía

Il cavaliere con gli stivali azzurri by de Castro Rosalía

autore:de Castro, Rosalía [de Castro, Rosalía]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Cliquot
pubblicato: 2017-12-31T23:00:00+00:00


Capitolo 11

Lentamente e raccolto nei suoi pensieri il duca saliva gli ampli gradini del palazzo più bello, fatta eccezione per quello del signore di Albuérniga, con il suo magnifico salone e il giardino tappezzato di erba ben curata.

Marmi, oro e velluto riempivano ogni spazio. Ma che significato aveva per il duca quel misterioso splendore che circondava la dimora di una donna?

È inutile ricoprire un cadavere di fiori, inutile spargere profumi dove la marcescenza ha esteso il suo alito corrotto, inutile innalzare templi alla menzogna e circondare di sacri boschi i luoghi in cui si venera il disonore; una bellezza superba, una creatura pericolosa in grado di stregare come la voce delle sirene regnava in quel palazzo con tutto il potere dell’incanto, del talento e della fortuna. Ma il duca, che nascondeva nel cuore ceneri di un amore non ancora del tutto spente, che avevano arso lentamente e a fondo sotto l’avvelenata ombra della gelosia e dello sprezzo, voleva avvicinarsi a lei insensibile e freddo come una roccia, senza pietà, come la vendetta stessa. Ciò gli costava uno sforzo supremo, perché non senza un costo un uomo può dimostrare al mondo che è in grado di arrivare là dove nessuno è mai riuscito.

La natura umana, benché rafforzata dalla grazia divina, risente sempre della sua immensa debolezza.

Alla luce dei primi raggi del sole che penetravano allegramente dalle grandi finestre di una galleria, gli stivali del duca emettevano un fulgore che turbava lo sguardo e la mente… forse non erano mai sembrati così belli.

Un domestico che lo seguiva si affrettò ad annunciarlo e il duca si trovò presto nella profumata toilette di una donna vestita da antica romana.

Una tunica lunga e pieghettata, piedi scalzi, braccialetti alle gambe e alle braccia, il seno seminascosto da un velo e lunghe trecce luminose di un meraviglioso color castano con una corona di mirto attorcigliata sulla fronte bianca, questo era il suo abbigliamento. Alta e un po’ mascolina, si incamminò con passo maestoso per ricevere il duca e disse:

«Sono tre giorni che aspetto senza mai smettere di sperare nella mia buona stella».

«La fede e la speranza sono due belle virtù, Casimira» rispose il duca chinandosi.

«Il signor duca conosce il mio nome? Sulla vostra bocca suona più armonioso che su nessun’altra.»

«Forse» aggiunse il duca freddamente.

«Ma, prima di tutto» proseguì Casimira sorridendo «volevo sapere se il signor duca ha forse visto una donna che assomiglia al ritratto che ho fatto arrivare nelle sue mani e se ha trovato in quella donna una schiava degna di lui».

Il duca guardò la dama dall’alto in basso e, con la graziosa gentilezza di colui che dice una galanteria, rispose:

«Non sono certamente così le schiave che preferisco».

«Come? Non è un artista il cavaliere con gli stivali azzurri?» replicò lei desiderando nascondere invano quanto l’aveva turbata quella franchezza così brusca.

«A seconda dei casi» disse il duca nello stesso tono allegro e galante «alcune volte l’arte è il mio diletto, altre tengo più in considerazione la semplicità della natura e quella in cui l’ingegno non ha partecipato minimamente.



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